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In Italia l’argomento lasciti testamentari è ancora poco maturo. Gli italiani associano il testamento alla morte piuttosto che ad un atto di responsabilità verso i propri cari e verso il prossimo in generale.
Le associazioni, probabilmente influenzate da quest’attitudine, si rivolgono nei loro messaggi prevalentemente a persone sole, invitandole a pensare di devolvere il proprio patrimonio a loro beneficio. In effetti dalle poche indagini esistenti emerge che sono prevalentemente persone sole, con una cultura medio alta, di sesso femminile che pensano ad un lascito testamentario per disporre dei propri beni a favore del non profit, mentre solo una minoranza dispone di un testamento a favore dei propri cari, non dimenticando disposizioni a favore di organizzazioni o istituzioni apprezzate per il loro operato.

In ogni caso in Italia ci troviamo di fronte ad un fenomeno in progressiva crescita; si calcola infatti un incremento di oltre il 14 % negli ultimi 10 anni in termini di redazione di testamenti (Ministero della Giustizia) e della crescente tendenza all’utilizzo del testamento quale forma di sostegno alle Associazioni che progressivamente beneficeranno della crescente sensibilità della società civile italiana a sostenere il non profit ed in particolare del sostegno attraverso i lasciti testamentari.
Negli ultimi anni vi è stata progressiva frammentazione delle disposizioni testamentarie. In passato erano poche le organizzazioni che potevano beneficiare dei lasciti, oggi, dopo la rinnovata legislazione (Legge Bassanini e ONLUS) e della diffusione delle campagne di raccolta fondi in generale e sui lasciti in particolare, sono aumentati fortemente le organizzazioni beneficiate.
Uno dei concetti più diffusi sulle disposizioni testamentarie a favore del non profit è che il testatore è in genere un offerente fedele all’organizzazione e alla sua “Buona causa” e questo è vero soprattutto per quelle organizzazioni che si occupano di Terzo Mondo, di ambiente, diritti ecc., meno per quelle organizzazioni che si occupano di malattie gravi in quanto spesso il testatore è anche un beneficiario diretto o vicino alla persona curata. L’infanzia resta l’altro settore estremamente sensibile.
I comportamenti delle associazioni si stanno standardizzando: lettera; invio materiale istituzionale, guida lasciti, leaflet, incontri sul territorio e servizio informativo. Alcune organizzazioni peccano in comunicazioni troppo impersonale e sottoscritta da responsabili di servizio piuttosto che rappresentati dell’organizzazione. A prescindere dai contenuti sarà la cura dei propri sostenitori e delle relazioni che farà la differenza.
E’ evidente che per tutte le ONP a prescindere dal settore d’intervento e dalla dimensione l’attività sui lasciti testamentari dovrà assumere una valenza strategica nell’ambito della comunicazione e della gestione.
In riferimento alla gestione di un lascito testamentario si consideri che questa è fatta di procedimenti che spaziano dagli aspetti giuridici agli aspetti fiscali nonché amministrativi quindi di contatti con altri enti, con professionisti nonché con parenti/amici e con la comunità. Indubbiamente la qualità professionale dovrà essere eccellente cogliendo la valenza promozionale di quest’occasione. Nella maggior parte dei casi la gestione è anche fonte di “energia relazionale” che dovrà essere utilizzata per far crescere all’interno dell’organizzazione una cultura sui lasciti testamentari quale attività importante: “da un testamento devono nascere altri testamenti”.

Qualche numero sui Lasciti testamentari

Le disposizioni testamentarie sono destinate ad assumere in Italia un ruolo sempre più importante nel sostegno alle ONP. Chi lavora nel settore da tanti anni ha potuto constatare come sono aumentate le campagne e i lasciti.
Ad oggi esistono pochi dati, non sappiamo quanto questa modalità sta contribuendo al sostegno del non profit se non stime e analisi a campione.
Cero che le campagne stanno aumentando, l’investimento delle non profit aumenta così come siamo certi che aumentano le disposizioni testamentarie ma in che numero?
Intanto sappiamo che gli italiani hanno una scarsa propensione a fare testamento; ci sono ragioni culturali, ragioni di diritto, di fatto sono pochi i patrimoni che succedono ad eredi con disposizioni testamentari
Una tendenza però che è destinata a modificarsi, guardate che cosa siamo andati a scovare.
Il Ministero della Giustizia – Dipartimento per gli affari di giustizia – Ufficio centrale degli archivi notarili pubblica annualmente una semplice analisi del numero di testamenti che vengono pubblicati. Sapete quanti testamenti si fanno in Italia nel 2013 sono stati 71.439 con un numero di decessi pari a 600.744, quindi presto fatto quasi il 12 % delle persone decedute hanno fatto testamento.
La cosa molto interessante è che negli ultimi 20 anni questo valore è cresciuto di quasi il 50 % infatti nel 1993, di fronto ad una popolazione essenzialmente costante il numero delle disposizioni testamentarie era di 48.642.
Insomma è vero che gli italiani hanno una scarsa propensione a fare testamento ma sta aumentando e ad un tasso davvero importante.
Altro dato molto interessante è che se nel non profit sono le donne ad avere una maggiore propensione alla donazione e a disporre nei testamenti a favore delle ONP, sul totale dei testamenti pubblicati sono i maschi avanti di qualche punto in percentuale con il 53 %.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica si conferma un dato un po scontato dove il 48,8 % delle pubblicazioni avvengono nelle regioni del Nord il 17,00 al Centro e il 34,20 Sud. La curiosità è che la Sicilia vanta il 10% dei testamenti pubblicati nel 2013.

Qui le tabelle Complete

Mario Consorti – NP Solutions
www.npsolutions.it

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